IN ESTATE NON LASCIARE A CASA… LA BELLEZZA DEI TUOI CAPELLI!

L’estate al mare e gli sport in montagna rendono la pelle radiosa; il corpo è levigato, tonificato. Il rientro dalle vacanze sarà anche un po’ triste, ma ci trova sempre in splendida forma.

Per i capelli, però, è un’altra storia. A settembre appaiono inesorabilmente secchi, sfibrati, ingovernabili. Il colore è spento e opaco. Anche se siamo state attente e abbiamo usato il balsamo a ogni lavaggio, i risultati sono spesso deludenti. I raggi Uv, la salsedine e, soprattutto, il vento li hanno impoveriti e inariditi. Non resta che tagliarli…

Ma niente paura! Quest’anno non andrà così. Con qualche semplice accorgimento, potete evitare di ritrovarvi a settembre con la testa tipo “scopa di saggina” e dover correre ai ripari con costosi trattamenti. Basta fare le mosse giuste.

1 – Non rinunciate alla protezione Uv per i capelli. Attente, però: gli oli protettivi in commercio sono spesso troppo unti. Utilizzati tutti i giorni, vi costringono a usare shampoo aggressivi per riuscire a eliminarli. Meglio scegliere una protezione in crema o mousse: protegge, nutre e non appesantisce.

2 – Il vostro shampoo e il balsamo preferito che avete utilizzato tutto l’anno, d’estate non bastano più. Optate per formule più ricche e nutrienti, studiate per mare, sole e piscina. Al posto del balsamo, scegliete una maschera in vasetto.

3 – Le punte sono le più delicate e hanno bisogno di maggiori attenzioni: basta un prodotto in gocce a base di silicone per sigillarle. Le proteggerà e vi garantirà che non si spezzino dando luogo alle famigerate doppie punte.

4 – Forza, siete arrivate quasi alla fine! Se proprio volete essere sicure, prima di partire fate un salto dal vostro parrucchiere di fiducia. Una “spuntatina” e un bel trattamento ristrutturante sotto una fonte di calore vi faranno partire con il piede giusto. Sarà tutto più facile.

TROVA IL SOCIO IN AFFARI IDEALE!

… e scopri perché falliscono 7 startup su 10

Avere un’idea brillante non sempre equivale a una grande opportunità di business, se non si trova anche il giusto socio in affari. Alcune delle compagnie più famose al mondo sono nate da proficue partnership capaci di superare le avversità: Steve Jobs e Steve Wozniak hanno fondato Apple, Mike Krieger e Kevin Systrom hanno creato Instagram, Larry Page e Sergey Brin hanno portato alla luce  Google, William Procter e James Gamble hanno ideato l’omonima Procter & Gamble, mentre Bill Gates e Paul Allen hanno fondato Microsoft.

Eppure, le cose non vanno sempre in modo così idilliaco. Secondo una ricerca americana pubblicata su Forbes, oltre il 70% delle giovani startup fallisce nel giro di 5 anni a causa di conflitti interni. Molte partnership si concludono per una mancanza di valori condivisi, un fattore che a lungo andare diventa una fonte crescente di attrito. E ancora, secondo un’indagine di Harvard Business Review, lo scontro tra personalità differenti è una delle cause principali che porta alla rottura di una partnership, seguita soltanto dalla mancanza di fiducia.

Ma, allora, come si sceglie il partner in affari ideale? Ecco un utile decalogo ideato dalla master coach Marina Osnaghi.

  1. Condividere valori comuni è fondamentale per sentirsi rispecchiati in ciò che si fa e si vuole ottenere.
  2. Avere competenze complementari al fine di creare sinergie virtuose e potenziare i risultati del programma di business stabilito.
  3. Impostare correttamente gli accordi dal principio è il monito principale per generare una collaborazione trasparente sin da subito.
  4. Comprendere in maniera saggia le dinamiche di ruolo per gestire con attenzione le relazioni professionali e personali senza che l’una abbia effetti negativi sull’altra.
  5. Scambiarsi feedback sinceri permette di evitare i fraintendimenti che alimentano insoddisfazione e dissapori.
  6. Approfondire le reciproche visioni lavorative è il monito principale per portare insieme l’azienda al successo.
  7. Focalizzarsi sul contributo individuale permette a ognuno di esprimersi al meglio nella partnership.
  8. Essere proattivi e generosi quanto basta consente ai soci in affari di garantire il giusto equilibrio tra dare e avere.
  9. Stabilire brevi periodi di reset lavorativi per mettere a punto le strategie in corso e confrontarsi sull’andamento generale della partnership.
  10. Dimostrare la capacità di chiudere al momento giusto: bisogna essere pronti a capire le evoluzioni naturali che portano alla fine di una specifica relazione o progetto.    

COME TROVARE UN PARRUCCHIERE AD AGOSTO?

Vademecum per non restare delusi

Il vostro parrucchiere di fiducia ha chiuso per ferie? Oppure state cercando un acconciatore cui affidarvi nel luogo di villeggiatura?

Che siate in vacanza o in città, in agosto il problema per chi vuole avere sempre un look al top, non cambia: trovare il salone che fa per voi, quello dove sappiano ascoltarvi e replicare la vostra acconciatura di sempre senza “pelarvi” facendovi spendere troppo.

Come scegliere quello giusto?

Ecco un piccolo vademecum per non commettere gli errori più comuni.

1 – Quando avete individuato un salone di acconciatura che potrebbe fare per voi, cercate eventuali recensioni online: non sono affidabili al 100%, ma vi permetteranno di farvi una prima idea su prezzi e qualità dei servizi.

2 – La vetrina è il vostro primo indizio concreto: se non è pulita, luminosa, se le immagini moda esposte vi sembrano “datate”, tirate oltre. Se vi convincono, fermatevi e fate il passo successivo.

3 – Lo sappiamo, è raro: i prezzi dei servizi di acconciatura dovrebbero essere esposti in vetrina, ma non lo sono quasi mai. Allora fate voi il primo passo: entrate e informatevi su quanto vi costano taglio, piega e colore. Non abbiate timore: conoscere il listino prezzi è un vostro diritto.

4 – I saloni migliori, anche quelli più piccoli, sono suddivisi in aree: all’entrata hanno ricavato uno spazio accoglienza, nella zona più interna hanno collocato i lavatesta e l’area servizio colore. La vostra privacy è importante e non dovete rinunciarci nemmeno in agosto.

5 – La professionalità di un parrucchiere e del suo staff si possono percepire fin dai primi istanti quando entrate in salone: se siete stati accolti con un sorriso e vi hanno fatto accomodare appena avete varcato la soglia, senza farvi aspettare in piedi, siete nel posto giusto.

6 – Quando è il vostro turno, spiegate nei dettagli il risultato che volete ottenere in termini di colore, taglio e piega. Aiutatevi con immagini prese dal vostro cellulare per essere sicuri di esservi spiegati bene.

7 – Se il parrucchiere vi consiglia qualcosa di diverso da quello che gli avete appena proposto, prendetevi qualche minuto per pensarci. Chiedetegli di farvi vedere qualche esempio attraverso immagini moda. Se non vi convince, non esitate a dire di no.

E… in bocca al lupo! Scriveteci le vostre esperienze estive dal parrucchiere: Facebook #ExagonPlus

LA MUSICA RENDE I CAPELLI PIÙ BELLI E SANI

Il compositore musicale Alessandro Crippa ci spiega perché tutti i parrucchieri dovrebbero avere in salone una chaise-longue musicale

Perché ascoltare la musica influisce positivamente sul nostro corpo e la nostra salute? E come sfruttare questi benefici in un salone d’acconciatura? Alessandro Crippa, che collabora al progetto beauty&wellnes “Eusonica” di Euracom, suggerisce una cuffia che vibra per donare benessere a cute e capelli. E parla di ginnastica cellulare attraverso le melodie. Sarà il futuro del beauty?


È quasi intuitivo: la musica ha a che fare con il benessere. Alessandro, come hai reso originale questo binomio?

È stato semplice trovare connessioni tra musica e benessere: la musica è fatta di movimenti musicali che si traducono sempre in movimenti fisici. Ogni nota è una frequenza e ogni frequenza corrisponde a un’onda meccanica: sono le onde meccaniche a imprimere la forma alle nostre cellule. Quindi, note differenti producono differenti forme in ogni singola cellula. Sembra complicato, ma spiega il perché il nostro corpo reagisca alla musica, nel suo profondo. È così che la musica permette al nostro sistema psicofisico di raggiungere il benessere.

In che cosa consiste il tuo lavoro?

Collaboro con Euracom nel progetto Eusonica. Eusonica è una chaise-longue per il Beauty&Wellness sulla quale è possibile ascoltare musica in cuffia e avvertire sul proprio corpo le vibrazioni sonore attraverso il massaggio. Una sorta di ginnastica cellulare: cuffie per la testa e vibrazioni per il corpo. Io sono il compositore delle musiche di Eusonica. Con le melodie conduco il cliente verso determinate emozioni. Ho presentato il progetto a Cosmoprof nel 2018 e nel 2019.

Cosa potresti portare di nuovo nei saloni di acconciatura?

Nella nostra pelle esiste uno dei nostri cervelli: quello che ci fa ritrarre dal dolore, avvicinare al piacere e impietrire di paura. Non è un caso che si dica “l’ho imparato sulla mia pelle” per indicare che un fatto ci è rimasto particolarmente in mente (cioè nel cervello). La musica mette in movimento le cellule e rende la cute duttile e ricettiva, aumentandone la resistenza agli agenti esterni come smog, elettrosmog, stress e malattie. Ai parrucchieri proporrei una serie di massaggi vibrazionali live per la cute in modo da invitarla con dolcezza al trattamento e poi lasciarla rilassare. Sarebbe carino se qualcuno si prendesse la briga di realizzare una cuffia che vibra. Io ne comporrei volentieri le musiche per ogni tipo di necessità.

Quali tecnologie utilizzi?

La tecnologia moderna di Eusonica: algoritmi, trasduttori, ascolto binaurale, ecc. E quella antica che considera le frequenze come energie da utilizzare: meridiani, Chakra, Medicina Tradizionale Cinese…

Come si diventa compositore musicale? Ci racconti la tua esperienza personale?

Per diventare un compositore musicale non basta studiare. Bisogna avere sensibilità, soprattutto quella passiva: saper ascoltare.

La mia esperienza è cominciata appena nato: gli strumenti musicali erano di casa, tanto quanto lo erano i pennelli per la pittura e i libri per la lettura. Ho suonato per la prima volta uno strumento a 10 anni: la batteria in una chiesa. A 16 anni ho chiesto a mio fratello maggiore di insegnarmi a suonare la chitarra, a 17 anni è arrivato il pianoforte, a 30 anni ho conosciuto il lato medico e magico della musica.  Per fortuna esistono ancora imprenditori seri e menti capaci di avvertire i cambiamenti dei tempi, altrimenti Eusonica non esisterebbe e io non avrei la possibilità di far conoscere al grande pubblico il benessere musicale.