OBBLIGO STAMPANTE FISCALE, ARRIVA LA MORATORIA

Mancavano pochi giorni all’entrata in vigore dell’obbligo della trasmissione telematica dello scontrino, prevista per il 1 luglio, ma è scattata la moratoria: esercenti e commercianti con volume d’affari superiore a 400mila euro avranno un mese di tempo in più per la prima trasmissione dei dati di scontrini e ricevute. Le sanzioni saranno applicate solo tra sei mesi, a dicembre.

Per tutti gli altri esercenti sotto i 400mila euro l’obbligo della trasmissione online dello scontrino scatterà il 1 gennaio 2020.

Cosa bisogna fare?

Dal 1 gennaio 2020 gli scontrini e le fatture fiscali non esisteranno più. Il vecchio registratore di cassa non sarà più legale. La memorizzazione elettronica e trasmissione telematica dei corrispettivi verrà fatta attraverso un registratore telematico e il software messo a disposizione dalle Entrate.

Il nuovo registratore di cassa telematico o stampante fiscale emetterà gli scontrini e invierà ogni giorno i dati della chiusura serale all’agenzia delle entrate: l’esercente potrà fatturare direttamente dal computer che sarà collegato al registratore di cassa/stampante fiscale, a sua volta connesso con l’Agenzia delle Entrate.

I nuovi registratori telematici dovranno essere sottoposti a una procedura di attivazione che richiederà l’intervento dei tecnici abilitati dalle Entrate. I registratori verranno abbinati alla partita Iva dell’esercente.

È possibile acquistarli subito, anche prima della scadenza del 1 gennaio?

Sì, i commercianti che li acquisteranno oggi non saranno tenuti a utilizzarli fino a dicembre 2019/ 1 gennaio 2020. Potranno però procedere alla loro attivazione.

SALONI D’ACCONCIATURA E CABINE ESTETICHE, UN BINOMIO VINCENTE

Qualche “tip” per la consulenza estetica in salone

Moltiplicare i servizi, diversificarli per offrire bellezza e benessere: la cabina estetica sta diventando un “must” per i grandi e piccoli saloni d’acconciatura che vogliono offrire tutto quello che un cliente può desiderare.

Non occorrono grandi spazi: si va da una piccola stanza a metrature più importanti con aree dedicate a massaggi, trattamenti viso e corpo, manicure, pedicure e perfino cabine abbronzanti. Aprendo la porta del salone, il cliente entra in uno spazio dedicato non solo alla bellezza, ma anche al benessere di corpo e mente. La sosta dall’acconciatore diventa un percorso dedicato a se stessi e al proprio relax.

Le ragioni di questa tendenza, che è sempre esistita fin dagli anni 80, ma che adesso sta prendendo piede ovunque, è dovuta sì a ragioni economiche – i clienti vanno meno in salone e occorre fare “cassetto” vendendo più servizi – ma anche al cambiamento delle abitudini di vita. Uomini e donne hanno meno tempo da dedicare a sé, ma allo stesso tempo sono diventati più attenti alla propria immagine e allo stato psicofisico.

Cosa cambia nel mestiere di voi acconciatori? Semplice: la vostra capacità di consigliare la cliente dovrà toccare anche l’estetica. In cabina potrete sempre contare su una professionista che eseguirà i trattamenti, ma sarete voi a indirizzare la vostra cliente verso il servizio benessere che più fa per lei.

Oggi cominciamo a darvi qualche piccolo suggerimento. Per esempio, lo sapete che i trattamenti antiage sono perfetti a partire dai 30 anni e che l’eccesso di sebo non è un problema esclusivo dell’adolescenza? Vi spieghiamo perché con l’aiuto di uno studio condotto da Olaz, il Multi Ethnicity Study (MES). Che, tra l’altro, contempla tutte le etnie delle vostre clienti.

1 – LA PRODUZIONE DI SEBO RAGGIUNGE IL SUO APICE SORPRENDENTEMENTE TARDI

Lo studio MES rivela che, per tutte le tipologie di etnie, i livelli di sebo raggiungono il loro picco verso i 30 e 40 anni; molto più tardi di quanto ci si aspetterebbe (durante la pubertà).

Perché è importante?

Il sebo dona luminosità e ma toglie uniformità e aumenta la visibilità delle imperfezioni. Inoltre, stimola le particelle – come quelle inquinanti – a introdursi all’interno della pelle intaccando ulteriormente la sua funzione di barriera.

2 – L’INQUINAMENTO DELL’ARIA PUO’ COMPROMETTERE LA FUNZIONE DI BARRIERA DELLA PELLE

Nel misurare la funzione di barriera della pelle e la dispersione dell’acqua (TEWL), lo studio MES mostra che sia le donne indiane che cinesi raggiungono un picco nello stesso punto. L’India e la Cina sono due dei paesi più popolati e inquinati del mondo. La misurazione TEWL relativamente alta fa sollevare la domanda sull’esistenza di una correlazione tra inquinamento e la compromessa funzione di barriera della pelle.

Perché è importante?

Lo strato più esterno della pelle è conosciuto come barriera ed è la prima linea di difesa contro gli stress ambientali: UV, inquinamento, infezioni, sostanze chimiche tossiche. Se danneggiata, la barriera della pelle può portare a un aumento dell’evaporazione dell’acqua, disidratandola e rendendola più opaca.

3 – I SEGNI DELL’INVECCHIAMENTO SONO VISIBILI GIA’ DALL’ETA’ DI 10 ANNI

Lo studio MES rivela che, per tutti i gruppi etnici, il più drastico calo dell’elasticità della pelle avviene a partire dall’età di 10 anni, fatta eccezione per le pelli africane nelle quali avviene dopo i 30. Questa perdita di elasticità amplifica i cambiamenti nella forma del viso, che si manifesta come parte del naturale processo di crescita. I risultati dello studio dimostrano anche che tutte le etnie iniziano a presentare rughe visibili intorno all’area oculare (peri-orbitale) dai 10 anni in poi.

Perché è importante?

Le scoperte di questo studio dimostrano la necessità di modificare la nostra conoscenza sull’invecchiamento della pelle, da un evento che può manifestarsi verso la mezza età a un processo che inizia già da quando si nasce.

4 I DANNI CAUSATI DAGLI UV SI MANIFESTANO IN TUTTI I TIPI DI PELLE

Anche se rispetto agli altri gruppi, le donne con la pelle più scura accumulano in modo significativo meno rughe (che sono una conseguenza dei danni dei raggi UV), con l’età anche per loro si verifica comunque un aumento delle rughe e della perdita di elasticità, dimostrando che tutte le tipologie e tonalità di pelle possono trarre beneficio dalla protezione UV.

Conseguenze

La maggior parte delle donne non utilizza quotidianamente prodotti skincare con SPF, specialmente i gruppi in età più giovane, nonostante sia stato dimostrato che l’esposizione non protetta ai raggi UV sia la #1 causa di invecchiamento prematuro della pelle.

POLTRONA IN AFFITTO. Gli spazi di ‘coworking’ sono il futuro del lavoro?

Ti affitto la poltrona in salone, le attrezzature professionali per il tuo lavoro e tu mi paghi un corrispettivo. La cosiddetta ‘poltrona in affitto’, la possibilità di ‘coworking’ creata su misura per i parrucchieri e le estetiste, ha ormai qualche anno. Dal 2011 le procedure sono relativamente semplici: chi è in possesso del titolo abilitativo può rivolgersi direttamente al comune di appartenenza. Eppure, anche se questa soluzione professionale apre nuove opportunità di lavoro e qualche volta permette di affrontare momenti di difficoltà in salone, stenta a decollare.

Fuori dal salone, invece, la tendenza a lavorare in spazi di ‘coworking’ è sempre più diffusa: a Milano e Roma molti uffici si sono organizzati per ospitare lavoratori freelance e professionisti. All’estero anche le multinazionali adottano questa soluzione.

L’agenzia per il lavoro Hays ha fornito qualche dato: nel 2017, a livello globale, erano 11.790 gli uffici condivisi utilizzati da 1,74 milioni di professionisti che, secondo le stime, potrebbero diventare 5,1 milioni entro il 2022. In Italia sono oltre 600 i ‘coworking’ disponibili, un numero in costante crescita anche se ancora inferiore rispetto a quelli registrati in Francia e Gran Bretagna.

I benefici dell’ufficio condiviso sono molteplici: tuttavia, secondo gli esperti Hays, questa modalità di lavoro non fa per tutti e ci sono diversi aspetti da considerare prima di cominciare a lavorare in un ‘coworking’.

I vantaggi

Possibilità di aggregazione e networking sono sicuramente due delle attrattive principali del coworking. Queste strutture favoriscono la creazione di una cultura aziendale più collaborativa e offrono l’opportunità di costruire una vera e propria rete di contatti.

Individuare opportunità di business emergenti è un altro vantaggio degli spazi condivisi. Lavorare al fianco di altre realtà è un ottimo modo per creare sinergie e dare vita a collaborazioni, ma anche per individuare precocemente trend di mercato da cavalcare.

Gli svantaggi

Per essere funzionale, uno spazio di coworking dovrebbe tenere conto delle esigenze dei diversi lavoratori. Lo spazio non dovrebbe mai essere sovraffollato e non dovrebbe esserci troppa confusione.

Gli accorgimenti

Per sfruttare al massimo i pro della condivisione e minimizzare, invece, i contro, secondo gli esperti Hays è bene seguire alcuni piccoli accorgimenti:

  • verificare sempre che tipo di professionisti lavorano nel coworking prima di sceglierlo. L’affinità di obiettivi può sicuramente rendere la “convivenza” più proficua;
     
  • instaurare da subito rapporti cordiali con gli altri utenti del coworking, organizzando il più possibile eventi di networking, così da costruire una vera e propria rete di contatti utili;
     
  • impostare una propria work routine proprio come se si lavorasse in uno spazio tradizionale.

NON SOLO FORMAZIONE… IN SALONE ARRIVANO I BENEFIT AZIENDALI

L’osteopata in salone, una piccola mensa con pasti freschi per mangiare sano in pausa pranzo, i biglietti del treno e della metro gratuiti per i collaboratori. Oppure, agevolazioni per la previdenza complementare o il servizio di baby sitter per le neo-mamme. No, non state sognando: i saloni d’acconciatura stanno cambiando, guardano in maniera diversa ai propri collaboratori. I titolari dei negozi di parrucchiere hanno capito che sono i dipendenti la loro più grande ricchezza: cominciano a gestire i rapporti prendendo ad esempio le piccole aziende italiane più virtuose.

Ad aiutarli in questa svolta epocale è la legislazione italiana che adesso prevede sgravi fiscali ed esenzioni Irpef. Già da qualche anno le aziende possono convertire in servizi di welfare i premi di risultato: anche nel 2019 è stata ripristinata la tassazione agevolata al 10% sui premi di produttività per i dipendenti con un limite fino a 4.000 euro. L’azienda può decidere di finanziare le spese dei collaboratori per il trasporto pubblico.

I risultati di questa “politica” aziendale in salone si fanno sentire subito e sono remunerativi: secondo un’indagine Ipsos, uno sconto sulla palestra o un pasto fresco sul lavoro aumentano la motivazione, il livello di energia e la produttività. Soprattutto, i dipendenti si sentono coccolati e parte integrante dell’impresa per cui lavorano. I problemi di reclutamento del personale diminuiscono notevolmente.

Ristorazione, assistenza sanitaria, previdenza integrativa e iniziative ricreative e sociali: sono questi i servizi più gettonati. In genere vengono condivisi con i collaboratori mediate una piattaforma aziendale.

L’Italia, però, sarebbe il fanalino di coda in Europa: i dipendenti del nostro paese risultano ultimi per benessere e qualità del lavoro. Un fattore che incide prima di tutto sulla loro produttività…

E voi da che parte state?

SAPER GESTIRE UN SALONE D’ACCONCIATURA… VUOL DIRE CREARE UN AMBIENTE CHE NON RICORDI PER NIENTE UN NEGOZIO DI PARRUCCHIERE

Tommaso Incamicia ama smontare tutti i concetti tradizionali. Alle domande offre sempre la risposta meno ovvia: le ribalta e ci costruisce sopra inedite prospettive. Il suo salone, My Place Hair Studio, nel cuore di Milano, è sempre in divenire. Per lui la cosa più difficile del suo mestiere è mettere tutto insieme: idee, dettagli, ispirazioni. Agli altri acconciatori lancia un appello: “scambiamoci le informazioni, cominciamo a fare team!”

Qual è l’aspetto più complicato nella gestione di un salone?

Tenere sempre alto il livello dell’experience dei nostri clienti, riuscire a mettere insieme i dettagli dell’ambiente in modo che il salone non assomigli a un negozio di parrucchiere. Tutto conta: come servire un caffè, trasformare lo shampoo in un massaggio, passare un disinfettante sulle mani tra un cliente e l’altro, dedicare almeno dieci minuti di consulenza a ciascun cliente. Devo continuare? Parliamo della tisana calda d’inverno e fredda d’estate? Oppure del classico panno caldo per le mani del cliente appena entrato in salone? Ecco cosa è difficile tenere in piedi: tutto questo. Non certo la gestione del personale: basta lasciare ciascuno libero di usare la propria testa.

Pensi che la clientela abbia cambiato le sue abitudini in questi ultimi anni?

No, non tanto. La mia è una nicchia alta. Se c’è stato un cambiamento, è il fatto che i clienti usano molto di più i social. Non si presentano più con il santino dell’attrice preso dal giornale, ma con una delle nostre foto scattate in salone. Sono più preparati.

Come ti tieni aggiornato? Trovi utili i social nel tuo mestiere?

Molto. Lavoro con gli Usa: lì sono avanti anni luce e tutti hanno inserito nel budget la voce “social media”. Se fai un buon lavoro sui social, la gente arriva in salone. Sarebbe utile scambiare informazioni anche con i colleghi, fare team tra i saloni… ma in Italia non sappiamo ancora fare queste cose.

Se avessi un budget inatteso tra le mani, cosa cambieresti nel tuo salone?

Dedicherei uno spazio in salone per il relax del mio staff con una palestra dove possano seguire corsi yoga, leggere un libro, dedicarsi un massaggio fatto da mani esperte.